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Presentano:
Curiosita' varie
I.H.U. (Ic Habemus Umoristae). Nella bozza originale di Dante e' il
Purgatorio, bozza poi modificata prima della pubblicazione.
D. concepisce IHU come un nuovo gruppo di anime penitenti (cfr. ->
Newsgroup), che ivi approdano dopo lunga navigazione per vari siti.
All'arrivo, le anime non ancora classificate (cfr. -> lurkers) si
disperdono nell'Antipurgatorio osservando un religioso silenzio,
domandandosi tra una pippa e l'altra cosa significhi ROTFL.
All'ingresso, Antonio Catone Censore sollecita il loro pentimento e
purificazione, dopo di che l'Arcangelo le inserisce nel calendario di
Mex. Le anime niubbe possono così salire l'angusta calle che le porta
al primo girone, alzando inni al cielo (cfr. -> Chi non tromba in
compagnia o e' ladro o espìa). D. divide IHU in sette gironi: i niubbi
(I), i dipendenti statali (II), quelli che si mettono le dita nel naso
(III), gli extracomunitari (IV), i golosi (V), quelli che fanno le
puzzette silenziose (VI), i lussuriosi e sodomiti (VII). Nella
toilette, D. alloca le anime di coloro che hanno fatto gli stronzi.
Tra i personaggi incontrati: il poeta latino Stazio Guru Prepuzio in
ascessi mistica; Pollicino Lo Pezzo, costretto (per un errore di
stampa) a portare un enorme sAsso; Paperoga Piroetti, sodomita, che
invita D. a visitare il suo bel sito; la sirenetta Ariel® tra i golosi
che alzano inni al cielo (cfr. -> Osteria numero uno...); il
marocchino Barbablu, cui D. vende una confezione di accendini
difettati; Cenerentola Giusina tra i lussuriosi, costretti a perenne
castit…: da qui l'antica tradizione che vuole le anime di IHU non
trombanti. D'un tratto, un terremoto scuote tutto il purgatorio, ma un
Angelo s'avvicina a D. e lo tranquillizza dicendo "Sorry".
Traversato il Rio Letéte, D. s'inoltra nel verde Eden alla ricerca
della pecorella smarrita, Belatrice, ma nel mezzo del cammin si perde
nella Silvia oscura. Cammina cammina, arriva ai margini del bosco e
vede una casetta.
bìshero d'un lupo, n'hai visto 'l ritratto? Huello hol naso lungo e'l
happuccetto rosso!>. Entra e vede lupo Alberto che si sta facendo un
budino, ovviamente all'insaputa di Budda. Il lupo gli confessa
d'essersi mangiato la pecorella smarrita, allorch‚ entra un cacciatore
e uccide il lupo, gli apre la pancia, escono Belatrice e Nonna Papera
e vissero tutti felici e contenti. Prima della pubblicazione, peró, D.
si disse che nessun deficiente avrebbe mai potuto scrivere un finale
così e lo cambió con uno decisamente pi— credibile, nel quale ei si
mostra immerso nel Rio Unoé in estasi mistica, mentre Matelda
Met'tafissa gli fa il bagnetto, con la visione di Belatrice verginea
che s'eleva al cielo hahahaaaa, fra una pioggia di fiori ihiihiiii, le
sette virt— uhuhuuuu, miriadi di angeli guardoni yeaaahh. Dopo il
processo, D. fu incarcerato per uso di sostanze stupefacenti.
Dalla vicenda é tratto il film "Dante con gusto e Ricevente con
gaudio", diretto da Angioletta Newbee.
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>Il giorno Tue, 07 Nov 2000 09:33:53 +0100, quel simpaticone di Angie®
> non avendo niente di più importante da fare
>scrisse:
>
>>che ne diresti di un bel link alal pagian di angelo dal sito di IHU?
>
>C'ho paura che cos'e' esattamente "alal pagian" ?!?!
"Link Alhal Pagian, figlio di Alhaun Pagiàn Accussìh che fu noto
violentatore di possessori di siti, prevalentemente di sesso maschile.
Imprigionato, morì di fame e astinenza. Dalle grida delle sue vittime
(UHI UHI UHI), in suo memore ricordo e soprattutto rimpianto, queste
crearono un noto NG (cfr. -> IHU).
Link Alal Pagian tentò di ripercorrere le gesta del padre, con
risultati però più modesti. Venne soprannominato Linkul, nome poi
abbreviato in Link (cfr. -> Siti, congiunzione di)"
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Il fax non è affatto un'invenzione moderna. La sua nascita si deve
infatti a Gutenberg, nel 1453, quando un suo assistente finì sotto la
pressa di stampa: il foglio venne poi mandato ai familiari per le
esequie. Da una imprecazione del Gutenberg (pare simile a "fuck "),
venne il nome Facsimile, poi sintetizzato in Fax.
L'idea venne poi modernizzata e perfezionata nel 1938, quando un
giornalista finì tra i cilindri della rotativa del "Financial Times",
venendo poi distribuito in più di 50.000 copie.
Nacque così la Newsletter.
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MANON. Opera lirica con indice di gradimento medio, che narra di una
esploratrice (cfr. -> L'Escaut). Dotata di tatto, alzava spesso il
gomito. Il figlio Pollicino faceva sempre l'autostop; un giorno ci
provarono anche Indice e Mignolo ed effettivamente un'auto si fermó,
ma le presero di santa ragione. Lo stesso accadde con Medio.
Nel raccordo Anulare, Manon rischió di perdersi a causa di una sega
circolare ad Arturo, per gli amici Arto. Nell'opera Manon ama Falan, e
a metá Carpo si fa Lange. Falan...getta Manon in un pericoloso tunnel
carpale. Per uscirne, Manon si sbraccia e si stacca da Arto,
ritrovandosi a terra. Grazie all'intervento del chirurgo Torquato
Tarso, si riuní col Carpo, che strinse la Manon. Ma non duró a lungo:
restó scapola.
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Ricordi d'infanzia
La prima volta che vidi una trebbiatrice rimasi affascinato: una
macchina che separa la materia prima ottenendo grano e balle di
paglia! Decisi che sarei senz'altro diventato un inventore.
Crescendo, mi resi conto che esisteva una macchina ancora piu'
incredibile: grano da una parte e balle dall'altra, senza l'uso di
alcuna materia prima. Fu cosi' che decisi di entrare in politica.
Ero un bimbo birichino. Il mio primo rapporto completo lo ebbi
all'eta' di soli sette anni: me lo fece la maestra perche' disturbavo,
e lo mando' al preside.
La prima volta che giocai al dottore fu con mia cugina, e lei fu
paziente. Poi mi confesso' che ci aveva gia' giocato, ma io molto
argutamente me n'ero gia' accorto: infatti qualcuno le aveva gia'
amputato il pisellino.
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Infanzia
Da bambino passavo le vacanze in campagna, dal nonno. Ricordo che
quando gli scappava correva allegramente a farla nella vigna,
pulendosi con le foglie di vite. Un giorno cercai d'imitarlo ma
commisi un grave errore: lo feci - o meglio le feci - sulla riva di un
fosso e mi pulii con le prime foglie che trovai. Erano ortiche.
La volta successiva il nonno mi raccomandò di andare a farla vicino
alle viti, e così feci. Ricordo che mio zio si incazzò moltissimo:
girava furiosamente per l'aia gridando "chi ha cagato nella cassetta
degli attrezzi?" Ma la cosa peggiore fu pulirsi con le viti, molto più
doloroso che con le ortiche.
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